World Press Photo 2011 al Museo di Roma in Trastevere 15/05/2011 13:35:13
Immagini per non dimenticare, come quelle del terribile terremoto di Haiti, delle piogge monsoniche in Pakistan che hanno causato 1.600 vittime o della Love Parade in Germania in cui sono morte ventuno persone.
Foto per scoprire storie di ordinario orrore che spesso non compaiono neanche sulle pagine dei giornali, come quella della bambina vietnamita affetta da un grave handicap causato dai diserbanti chimici usati dagli americani nella guerra in Vietnam, sostanze che a distanza di quaranta anni continuano a causare malattie. O quella scattata da Jodie Bibier, la Foto dell’anno 2010, che ritrae Bibi Aisha, una giovane afgana a cui sono stati amputati il naso e le orecchie per essere fuggita da un marito violento.
Istantanee di situazioni drammatiche come quelle dei carcerati di Free Town in Sierra Leone, dei profughi somali che cercano di fuggire verso lo Yemen, delle Camicie Rosse thailandesi che si scontrano con le forze governative o delle donne keniote in attesa di abortire clandestinamente senza alcuna precauzione igienica (ogni anno in questo paese, dove l'aborto è punito con sette anni di reclusione, sono oltre duemila le donne che muoiono per questo motivo). Ritratti d'attualità come quello di Julian Assange, fondatore del sito Wikileaks, o del leader Nord Coreano Kim Jong-li insieme al figlio Kim Jong-un, che prenderà a breve il suo posto.
Ma anche fotografie di festose fiere irlandesi, di brulicanti città indiane, di incontri femminili di lotta libera in Bolivia, di pesci vela che si muovono sinuosi nel mare dello Yucatan... E ancora scatti di vita quotidiana che raccontano nuovi fenomeni come il couchsurfing o i social network. Sono le foto vincitrici del concorso “World Press Photo 2011”, un nucleo di immagini selezionate da un'apposita giuria tra le 108.059 inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste di 125 paesi. Una Fondazione che ogni anno, da 54 anni, premia i migliori scatti suddividendoli in nove diverse categorie: Vita Quotidiana, Protagonisti dell’attualità, Spot News, Notizie generali, Natura, Storie d’attualità, Arte e spettacolo, Ritratti, Sport.
Allestita al Museo di Roma in Trastevere e promossa dal Comune di Roma in collaborazione con Contrasto e la World Press Photo Foundation di Amsterdam, la mostra diviene così una testimonianza attenta e toccante del nostro tempo, un documento articolato che mette sotto il riflettore situazioni già note ma anche storie molte “piccole” e straordinarie che vanno dritte al cuore e che meritano di uscire dal cono d'ombra che spesso le avvolge.
Come la storia di Cecile e Victoria raccontata in una decina di immagini scattate dal fotografo danese Mads Nissen. Cecile è una giovane donna danese, benestante, sposata, con un bambino. Un giorno, una domenica come tante, legge su un quotidiano di una bimba nepalese di 18 mesi idrocefala abbandonata sin dalla nascita in un ospedale. Nessuno si occupa di lei, non ha neanche un nome. I dottori aspettano solo che muoia, di una malattia che, se presa in tempo, in Occidente sarebbe curabile. Cecile si rende conto che deve fare qualcosa: si documenta, si informa e dopo alcune settimane parte per il Nepal. Lì la incontra, si occupa di lei, le dà un nome, Victoria, e decide di farla operare. Le foto le ritraggono insieme, una accanto all'altra distese su un lettino, ritraggono il volto minuto di Victoria e il viso intenso di Cecile. La storia purtroppo non ha un lieto fine, Victora morirà dopo il terzo intervento, le foto del loro incontro e del grande impegno di Cecile rimangono però con noi.
Quest'anno “World Press Photo 2011” è dedicata alla memoria di Tim Hetherington, vincitore dell'edizione 2007 del World Press Photo, e al suo collega Chris Hondros, i due fotoreporter uccisi a Misurata, in Libia, lo scorso 20 aprile.
fonte ArsKey
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